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Dicono di lui

Marcello Silvestri è un artista che ha sempre lavorato in consapevole solitudine, concentrandosi tra le luci evocative del suo studio in collina, seguendo le ispirazioni dei temi prediletti, nel cuore viscerale della sua terra etrusca, in armonia ispirata con le stagioni e il ciclo solare. Un artista dai segni primordiali e dalla forza alchemica, autore di opere che filtrano e sublimano le forme cosmiche, i simboli ancestrali, le culture pagane, l’armonia dei segni cromatici, le intensità emozionali della geometria spontanea con le sue astrazioni apparenti.

Le opere di Silvestri appartengono al processo biologico dei materiali naturali, rimodulati nel loro frammentario sganciarsi dai luoghi d’origine, così da appartenere ad un processo pittorico che segue il ciclo armonico delle stagioni. Ogni elemento viene prelevato dall’artista in un incessante recupero della natura che cambia pelle, colore, dimensione, forma… Silvestri ascolta i suoni silenziosi che le materie evocano, ne capta l’istinto cellulare e il destino pittorico, prelevando quei frammenti che contengono il potenziale magico della (ri)composizione, delle armonie iconografiche, degli equilibri tra vuoti e pieni, chiari e scuri, liscio e ruvido, compattezze e fibrosità…

La Natura è il tema metafisico che aggrega l’intera produzione dell’artista. Non si tratta mai di un accesso didascalico al paesaggio, al contrario tutto passa per la grammatica delle astrazioni apparenti, dentro una materia informale che brucia e asciuga, dentro una geometria liberata che rimodula la logica dello sguardo. I richiami mai scontati ad Alberto Burri, Afro, Toti Scialoja e Osvaldo Licini sono il patrimonio di ispirazioni traccianti, spinte implicite che si rileggono quando le opere sono ormai nel ciclo di una lunga carriera. Nel viaggio antologico di Marcello Silvestri ritroviamo materie che hanno subìto la pressione del tempo e la consumazione dello spazio, diventando archeologie del paesaggio naturale, tante tracce e impronte che metabolizzano le comunanze in un personale pentagramma pittorico.

Gianluca Marziani, critico d’arte, 2021



Un percorso originale questo: Nuovo pensiero; nuova grammatica; nuova scuola; nuova eleganza.

Philippe Daverio, critico d'arte, 2019



Ammiro questa ricchezza meditativa e cosmica.

Cardinale Carlo Maria Martini, Arcivescovo di Milano, 1989


Il tema e il contenuto [di molte opere di Marcello] sono religiosi, ma la loro trattazione artistica non è «santa» o «sacra», nel senso che la loro finalità non è la promozione della religione, bensì la crescita dell’umano. A questa crescita si riferisce quella «energia vitale» che l’Artista ha di mira e che vorrebbe veder scaturire dalla contemplazione dei suoi dipinti, che da un lato sono molto legati al creato descritto nella sua concretezza e materialità di terra (con tutti i suoi tesori, palesi e nascosti), mare (con le sue infinite ricchezze di vita) e cielo col suo firmamento popolato da innumerevoli mondi, tanti quante sono le stelle che vi brillano da tempi immemorabili; d’altro lato questa materialità del creato è letta e descritta da uno sguardo, quello dell’Artista, che volentieri definirei mistico, sempre intento a non fermarsi all’apparenza delle cose e dei fenomeni, o alla loro superficie, ma a cercare e scoprire significati reconditi, che l’occhio frettoloso non può cogliere. Quella di Marcello è, insomma, una lettura spirituale della materia, e questa è la spiritualità di un’arte che «non è santa».

Paolo Ricca, teologo, professore e pastore valdese, 2022 



Silvestri rientra a pieno titolo fra quegli artisti di cui ha bisogno la Chiesa oggi, che sanno travasare il mondo invisibile in formule accessibili, intelligibili, di carpire dalla parola i suoi tesori e rivestirli di colori, di forme, di accessibilità.

La meditazione di Silvestri trae ispirazione dalla spiritualità e dal simbolismo della tradizione ebraico-cristiana è espressione del tempo, ma anche rivelazione. La vera genesi è, infatti, l’uomo che lavora, crea, trasforma e va oltre, un’ermeneutica della speranza che chiede all’uomo di non rassegnarsi, ma di “gettarsi attivamente” nel presente. Il volere artistico di Silvestri, in realtà, è espressione della storia dell’uomo che va incontro a se stesso, è capacità profetica capace di cogliere l’insopprimibile ricerca di senso

Claudia Caneva, docente di Estetica, Università Roma Tre e Pont.Univ. Lateranense, 2023



Pittura forte e intensa che tocca le corde dell'anima, perché proprio dall'anima scaturisce come sorgente. I fili che legano le varie opere di Marcello si intrecciano con le Sacre Scritture e le tradizioni cristiane, giudaiche e di altre espressioni religiose. La spiritualità si fa opera d'arte.

Lia Beltami, regista, 2022



A me piace rappresentare Silvestri come uno di quei cantastorie che un tempo raccoglievano i candidi ed i semplici sulle piazze prima che gli schermi mediatici li divorassero e non si stanca di invitarci con generosa ostinazione a rivivere un qualche momento di quella storia sacra che, sotto le parvenze del favoloso, ripropone le verità più profonde che condizionano l'umana salvezza, al di là del diletto che largiscono all'immaginazione.

Marcello Camilucci, scrittore, 1999



Breccia di luce in questo nostro tempo tenebroso, l'opera di Marcello trabocca di amore per la vita, immagine della creazione, nella gioia come nella sofferenza: arte come speranza.

Cardinale Paul Poupard, già Pontificio Consiglio per la Cultura, 1984



Vasta, articolata, curatissima, la produzione polimaterica di Silvestri, i cui primi esemplari risalgono al 2006, rappresenta un ulteriore momento di riflessione sull'uomo, sul suo essere in questa terra e sul ruolo che in tale contesto assume la bellezza.

Stefania Severi, critico d'arte, 2010



Le composizioni di Marcello Silvestri hanno in genere una centralità che è il fulcro del messaggio e privilegia mezzi sombolici o quanto meno fortemente allusivi a simboli [...] Egli anzi ama il simbolo nel suo vero senso etimologico, ossia del mezzo che "mette insieme" (simbolo dal greco sumballo, metto insieme, unisco) realtà diverse, persino talora opposte, assegnando ad esse un valore superiore; simbolo in cui identificarsi e ritrovarsi, pur nella singolarità delle esperienze di ciascuno; simbolo che aiuta a "dare senso" in questo nostro tempo in cui è diffusa la domanda di senso e in cui per converso nelle arti visive anche il "non senso" può assumere le vesti di una poetica. Non è cosa - questa - che riguarda solo i credenti, artisti o non artisti. Il terreno dei valori che servono per tenere insieme una società, per far crescere le comunità, è grandissimo, ha bisogno di essere coltivato da tutti ed è decisivo che non ci siano steccati tra fede e ragione.

Giuseppe Magini, architetto, 2005



Abbiamo davanti a noi un artista che sta vivendo la sua maturità. L’apice di un percorso di ricerca dove non ha avuto paura di lasciare le proprie certezze per raggiungere la sua verità artistica. [...] La semplicità conquistata dall’artista è il coronamento di una ricerca raccontata attraverso le sue opere. Un poeta dei colori che non ha avuto paura di cambiare rotta, sterzare verso nuovi lidi avventurandosi in strade mai percorse e con coraggio rinascere con nuove sembianze e continuamente ricercare rimanendo fedele alla propria identità. [...] Lo ha fatto con coraggio e determinazione e con una grande dose di follia, quella follia che nello stesso tempo alimenta l’Arte.

Francesco Pierotti, musicista jazz, 2021


Anima aperta ad ogni espressione umana [Marcello] nasconde tutto dietro la sua fraterna umiltà. E' bello questo uomo che la logorato la vita nel tentativo appassionato di lasciare il segno comunicativo di Dio per le generazioni future. Ha due occhi da bambino che giocano a vedere la vita, a "sentire" la vita, a reinventare su una tavola i colori e l'esistenza in tridimensionale. 

don Giosy Cento, cantautore, 2021


Il lavoro di Marcello è una vera e propria condivisione della bellezza e della forza della Parola Vivente di Dio quando umilmente ci mettiamo in relazione con essa. Grazie Marcello per il tuo lavoro, frutto dell'amore della tua viva fede!

Mary Louise Winters, Figlie di San Paolo, 2022


Grazie per questo servizio alla Bellezza!

Aldo Giordano, Nunzio Apostolico presso la Unione Europea, 2015


Un tratto pulito, incisivo, compiuto. Un cromatismo naturale, dal sapere arcaico, impastato, più che di colori, di umori, di potenza di vita, ma anche di melanconia, di rassegnazione, di rabbia. Questa l’essenza di Marcello Silvestri, un maestro fin dalla sua produzione giovanile. La sua arte è un affresco possente, che emerge dai suoi segni netti e dai colori, dove presente, passato e futuro si mescolano perfettamente: dal giallo di un sole disumano e malarico, ai viola di una campagna in via di estinzione, ai glaciali senza speranza del domani.

In questo accostarsi e susseguirsi di tempi e sensazioni, resi naturali da una tecnica complessa, ma istintiva, esce un mondo senza limiti, dove l’uomo assurge ad artifice del proprio dolore, della propria rassegnazione, della propria gioia. La pulsante umanità di schiene curve, di volti chini, di mani abbozzate, di piedi doloranti si fonde con la prorompente sensualità di nudi nati dal nulla.

Tutto in Silvestri è magia naturale, fuori dal tempo, fuori dallo spazio, fuori dalla morte. Sofferta, aspra, scoscesa in lui c’è la sola vita come un canto di speranza.

Filippo Anastasi, giornalista, 1993





Magini e Silvestri, Roma, novembre 2005

Anastasi e Silvestri, Roma, novembre 2005



Silvestri, Ricca, Poupard, Anastasi, Roma, novembre 2005

Daverio e Silvestri, Tarquinia, agosto 2019


Marziani, Silvestri e Conticiani, Tarquinia, luglio 2021

Silvestri e Beltrami, Roma, maggio 2022